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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie, inni sacri e odi.djvu{{padleft:415|3|0]]
E con l’acume del veder tentando
E con la man, solo mi vidi; e calda
Mi ritrovai la lagrima sul ciglio.
- 1805-1806.
E tu credesti che la vista sola
Di tua casta bellezza innamorarmi
Potente non saria, che anco del suono
Di tua dolce parola il cor mi tenti,
5Vergine Dea? Col tuo secondo duca[1]
Te vidi io prima, e de le sacre danze
O dimentica o schiva; e pur sì franco,
Sì numeroso il portamento e tanto
Di rosea luce ti fioriva il volto,
10Che Diva io ti conobbi, e t’adorai.
Ed ei sì lieto ti ridea, sì lieta
D’amor primiero ti porgea la destra,
Di sì fidata compagnia, che primo
Giurato avrei che per trovarti ei l’erta
15Superasse de l’Alpe, ei le tempeste
Affrontasse del Tuna, e tremebondo
Da la mobil Vertigo, e da l’ardente
Confusion battuto, in sul petroso
Orlo giacesse. Entro il mio cor fean lite
20Quegli avversarj che van sempre insieme,
- ↑ Il Fauriel, che avea tradotto in prosa francese il poema idillico in dodici canti, e in tedesco, del danese Baggesen, «Parthénäis». La traduzione fu pubblicata solo più tardi nel 1810.