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110 ester d'engaddi.

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Ester non sia.[1]
Ester.[2]                                   Lasciami. Orror soverchio
Omai m’ispiri..
Jefte.                                   Nè sperar...
Ester.[3]                                                            Giammai!
No, appiè del vizio infame, in supplice atto
Non può piegarsi l’innocenza! Indarno
M’impongo di placarti: è in me una forza
Di me maggior che d’avvilirmi vieta.
E chi sei tu perch’ io ti preghi? Ai giusti
Resta un Vendicator: tua sola vista
Credere in lui quasi mi toglie: vanne:
In lui creder vogl’io: null’altra aita
Vo’ che la sua!
Jefte.[4]                              «Giammai» dicesti
Ester.                                                                      Il dissi.
Jefte.E l'odio tuo...
Ester.                                   Poco! lo spregio è sommo![5]


SCENA IV.

JEFTE.

Un confin v’era: entrambi lo varcammo!
Nuocermi or può costei... me? Si prevenga.
E sì amato è Azaria? sì pienamente
Felice egli è?.. Per breve tempo ancora!
Eccolo.


SCENA V.

AZARIA e detto.

Azaria.                         A me, pontefice, tu stesso!
Jefte.Doman fia l’adunanza: oggi....

  1. Vuol prenderla per la mano.
  2. Non può più frenarsi.
  3. Con tutto l'impeto della virtù sdegnata.
  4. Furibondo.
  5. Va nelle sue stanze.
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