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atto secondo.—sc. v, vi. | 115 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:120|3|0]]
La gloria, e — inorridisci! — anche gli altari!
Oh ingratitudin non udita, atroce!
E quei modesti, umili atti soavi?
Scellerata arte! arte e null’ altro! — Jefte,
In me t’affida: tacerò: un istante
Da’ tuoi consigli (nuovamente il giuro)
Dipartirmi non vo’. Ma in ciel possenti
Sono i tuoi preghi: assistimi: allontana
L’orribile sciagura! Offerte al tempio
Chiedi: tutto! il mio sangue anco ti dono!
Ma colei sia innocente!
Jefte. Al ciel nulla evvi
Impossibil: t’umilia, e prega, e spera.—
Ma i cantici del volgo odo: ecco l’ora
Del sacrificio.
Azaria. Or or ti seguo. Ad Ester
Mostrarmi vo’, ma, tei prometto, mite.[1]
SCENA VI.
AZARIA ed ESTER.