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126 ester d'engaddi

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E il nomerò.
Azaria.                    Qual forza in me tuttora
Fa mal mio grado quel suo pianto! ah, ogn’altro
Sia, fuorchè un mio rival, salvo è colui:
Nomalo.
Ester.               Giura.
Azaria.                              Il giuro.
Ester.                                             Egli è.... mio padre!
Tutti.Eleazar!
Jefte.               Menzogna!
Azaria.                                   A scherno prendi
Così la mia pietà? Noto a ciascuno
Non è ch’Eleazar cadde a Sionne
Dagli idolatri sacerdoti estinto?
Ester.Da quella strage Iddio scampollo. Egli erra
Su questi monti: Jefte il sa.
Jefte.                                                  Che intendo?
Oh impostura! Un istante anco vissuto
Saria in Engaddi il traditor, se Jefte
Scoperto ve l’avesse? il mio nemico!
Il nemico d’Iddio! l’uom che più abborro!
Ma udir che val sì strane fole? È polve
Eleazar da lungo tempo.
Ester.                                             Ei vive.
I dì paterni a me Jefte donava,
Sperando che al suo amore empio io cedessi.
Jefte.Che ascolto!
Popolo.                              Lapidiamla!
Azaria.                                                  Orror mi fai:
Va’, sciagurata, io t’abbandono.
Ester.[1]                                                            Oh sposo!
Del vero almen chiarisciti: rintraccia
Eleazar; ma il giuramento osserva.
Azaria.Rintracciarlo? ma dove?
Ester.                                             A lui ricetto
Più giorni fu di David l’antro.
Jefte.                                                  E nulla

  1. Mentre vogliono trascinarla via.
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