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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:134|3|0]]
Cieco idolatra di costei. — Sì, riedi,
Riedi alla vita: iniqua sei, ma vivi!
Ch’io muoia, ma tua voce anco una volta.
Tua cara voce all’alma mi penetri!
No, non m’inganno, mosse ha le pupille:
Oh speme! Ester! soccorrasi.[1]
Ester.[2] Ahi me lassa!
Oh sogni orrendi!
Azaria. Misera, t’incuora.
Ester.[3]Abbominando è questo altar.... Più Dio
Con Israel non è.
Azaria. Che intendo? al novo
Culto forse delira?
Ester.[4] Ov’è la sacra
Onda?... l’amata tua destra.... la versi
Su questa fronte: il tuo Signore è il mio.
Azaria.Oh sacrileghi accenti! Ester....
Ester.[5] Qual voce!
Sorpresi siam: deh fuggii
Azaria. Oh! a colui parla!
Ester.[6] Qual luogo è questo?... e tu, chi sei? Fia vero?
Diletto sposo, tu?
Azaria.[7] Perfida!
Ester. E taci?
Pregno hai di pianto e d’ira il ciglio?[8]
Azaria. Io sono
Il più infelice de’mortali: un vile,
Offeso sposo, che abborrir l’ingrata
Che il tradisce vorrebbe.... e l’ama ancora,
Miseramente l’ama!
Ester. Ahi! mi si schiera
Nella mente il passato. In carcer sono....