< Pagina:Tragedie (Pellico).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
138 ester d'engaddi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:143|3|0]]

Jefte. E al rito!...[1]
Ester.                     Andiam!
Jefte.                                         Nel consacrato nappo....
Ester. Il so, veleno stassi.
Jefte. E tu il berai![2]


ATTO QUINTO.

Interno del tabernacolo.


SCENA I.

JEFTE E Leviti.

Jefte.[3]Compiute son le preci: ite: le porte
Ancor non si dischiudano, e la rea
A me adducete.[4]


SCENA II.

JEFTE.

                                   Eppure ondeggio! tutti
Del par son pusillanimi gli umani!
Lo ardite opre si pensano.... e al compirle
S’inorridisce: altera, abbietta schiatta!
Rimorsi? — no: d’amore è turbamento.
Fanciulla ancor già mi piacea. — Dipinta
È la virtù in quel volto — ignoto incanto
La virtù! dai veggenti in un derisa
Ed ammirata! — Antico, egregio sogno,

  1. Prendendola per un braccio.
  2. La conduce furibondo alle guardie che si avanzano e la traggono con esse. Cala il sipario.
  3. È prostrato dinanzi all'altare, mentre i Leviti in piedi stanno intorno a lui, avvolti anche essi in tacito preghiere: dopo qualche tempo il pontefice s'alza.
  4. I Leviti partono.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.