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208 iginia d'asti

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SCENA ULTIMA.

Alle ultime parole di suo fratello giunge ARNOLDO sostenuto da alcuni: egli è nella più deplorabile desolazione.

Arnoldo. Oh spaventosa notte!... Empio! Egli muore....
Nè compiangerlo posso!
Giulio.[1]                                              Iginia!
Arnoldo.                                                        Ahi! vide
Per più martíre il tuo soccorso, e cadde!
Giulio.[2]Vendetta ancor! Compiuta strage almeno
Di tutti i rei!
Popolo.                               Vendetta ! Sì, vendetta!
Oh di città divise orribil sorte!
Stragi a stragi succedono!... il buon cade....
O inferocisce, ed emula i tiranni![3]

  1. Ad Arnoldo.
  2. Passando dal sommo abbattimento al furore.
  3. Cala il sipario.
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