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18 | francesca da rimini. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:23|3|0]]
E d’ogni parte m’acclamavan tutti
Fortissimo guerrier, ma guerrier pio....
Dolce memoria del fratello amato
Mi ricorreva, e mi parea che un giorno
Mi rivedrebbe con gentile orgoglio....
E tutta Italia e sue leggiadre donne
Avrian proferto amabilmente il nome
Dell’incolpabil cavaliero. — Ah, infausti
M’erano que’ trionfi! il valor mio
Infausto m’era!
Francesca. Dunque tu in remote
Contrade combattendo.... ai vinti usavi
Spesso pietà? Le vergini e le spose
Salvavi? Là colei forse vedesti
Che nell’anima tua regna. — Che parlo?
Oh insana! — Vanne. Io t’odio, sì!
Paolo.[1] Lanciotto,
Addio. — Francesca!...
Francesca.(Udendo ch’egli parte, gli getta involontariamente
uno sguardo.)
Paolo.(Vorrebbe parlarle; è in una convulsione terribile, e
temendo di tradirsi, fugge.)
Lanciotto. Paolo, deh, ti ferma!
SCENA V.
LANCIOTTO, FRANCESCA.
Francesca.Paolo!... Misera me!
Lanciotto. Pietà di lui
Senti, barbara, o fingi? A che ti stempri
In lagrime or, se noi tutti infelici
Render vuoi tu? Favella: io ragion chieggo
De’ tuoi strani pensieri; alfin son stanco
Di sofferirli.
Francesca. E sono pure io stanca
Di tue ingiuste rampogne; ed avrò pace
Sol quando fia ch’io più non veggia.... il mondo!
- ↑ Risolutamente.