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20 | francesca da rimini. |
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Paolo.[1] Francesca ....
Francesca. Oh vista! Signor.... che vuoi?
Paolo. Parlarti ancor.
Francesca. Parlarmi?
Ahi, sola io son!... Sola mi lasci, o padre?
Padre, ove sei? la tua figlia soccorri!
Di fuggir forza avrò.
Paolo. Dove?
Francesca. Signore....
Deh, non seguirmi! il voler mio rispetta.
Al domestico altar qui mi ritraggo;
Del cielo han d’uopo gl’infelici.
Paolo. A’ piedi
De’ miei paterni altar teco verronne.
Chi di me più infelice? Ivi frammisti
I sospir nostri s’alzeranno. Oh donna!
Tu invocherai la morte mia, la morte
Dell’uom che abborri.... io pregherò che il cielo
Tuoi voti ascolti e all’odio tuo perdoni,
E letizia t’infonda, e lunga serbi
Giovinezza e beltà sul tuo sembiante,
E a te dia tutto che desiri!... tutto!...
Anche.... l’amor del tuo consorte.... e figli
Da lui beati!
Francesca. Paolo, deh! — Che dico?
Deh, non pianger! La tua morte non chieggo.
Paolo.Pur tu m’abborri....
Francesca. E che ten cal, s’io deggio
Abborrirti?.... La tua vita non turbo.
Dimane io qui più non sarò. Pietosa
Al tuo germano compagnia farai.
Della perdita mia tu lo consola;
Piangerà ei certo.... Ah, in Rimini, egli solo
Piangerà, quando gli fia noto!...— Ascolta.
Per or, non dirgliel. Ma tu, sappi.... ch’io
Non tornerò più in Rimini; il cordoglio
- ↑ Avanzandosi.