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262 | gismonda da mendrisio |
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Gismonda.Misero vecchio! No, non creder: io,
Io sôn l’iniqua. — Oh ciel! s’appressan l’armi,
Vieni, fuggiamo.
Il Conte. Ah! Gabriella il figlio
Combattendo sottrae dalla rapace
Destra dell’invasor.
SCENA VI.
GABRIELLA col figlio in braccio; IL MARGRAVIO la insegue.
I precedenti, indi RICCIARDO e Guardie.
Gabriella.[1] Ohimè, cessate!
Pietà di questo pargoletto! Io nulla
Se non camparlo anelo.
Il Conte. E non vergogni,
Tu d’Augusto guerrier, tu cavaliero,
Anco una donna d’inseguir?
Margrav. M’è noto
Il prezzo di voi tutti. In mia balía
D’uopo è che restin d’Ariberto il padre,
La donna e il figlio.
Il Conte.[2] Respingiamlo.
Gismonda.[3] Indietro!
Margrav.E tu pure, Gismonda?
Gismonda. Aita, aita,
Accorrete, o fedeli: ecco il Margravio.
Ricciardo.(Con un drappello di guardie investe il Margravio.)
Margrav.Ah, dove sono i miei seguaci?
Il Conte. Ei fugge.
SCENA VII.
IL CONTE, GABRIELLA, GISMONDA, il Bambino.
Gabriella.Ei dalle man già mi strappava il figlio,
E tu, Gismonda, a lui lo ritoglievi.