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atto primo.—sc. iv. 281

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Mal consigliato padre. In miglior punto
Conoscerai del figlio tuo l’amore,
E l’innocenza. — [1]


SCENA V.

LEONIERO, ELOISA, GUIDELLO, Popolo.

Leoniero. Figlia mia, Guidello,
Cittadini! a quai giorni era serbato
Mio infelice ritorno! Onde consiglio
Trar?
Guidello.          Mio consiglio è questo. Or farti forza
Enzo qui non ardía, ma con più armati
Le mie pareti assalir può: securo
Asilo or non saríanti. Ad ogni costo
Ei vorrà al popol tòrti, a cui possente
Sprone a virtù, com’altra volta fosti,
Ridivieni oggi.
Leoniero.                              Adunque....
Guidello.                                             Entro il castello
Ricovrarti fia ’l meglio.
Leoniero.                                        Oh che parli? Io
D’Auberto ospite? Ah! mai di chi la spada
Nella strage de’ miei tinse, le soglie
Non toccherò. Nato non era Arrigo
Allor; non sovra lui de’ miei congiunti
Imprecante cadea l’ultimo sguardo.
Ma sotto un tetto Auberto ed io? Non mai,
Fuor che fosse la tomba!
Guidello.                                             Oh d’eredati
Odii ferocia, al comun ben funesta!
Ma tu meco ti sdegni? Il tetto mio
D’armi privo non è. Vieni. Consiglio
Alcuni retti ci saran: difesa....
Popolo.Noi tutti!
Leoniero.All’uopo la mia voce, o forti,
Vi chiamerà; chè a vïolenta impresa

  1. Parte co’ suoi.
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