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302 | leoniero da dertona. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:307|3|0]]
Ghielmo. Allorchè l’oprar tuo meglio ei conosca....
Auberto.Taci. — A me non venir, bene avvisossi:
Ch’io giammai nol rivegga!
Ghielmo. — Qual tumulto!
SCENA IV.
BERENGARIO e detti.
Auberto.L’assalto è forse.
Berengar. No: è di popol turba
Da Guidello condotta. Indi abbassati
Vennero i ponti.
SCENA V.
GUIDELLO, LEONIERO, Cittadini, Guerrieri e detti.
Auberto. Benvenuti, o amici,
Sia che a schierarvi fra nostr’arme, sia
Che a sacro asilo entro al castel moviate.
Guidello.Indissolubil fratellanza d’arme
Ed asilo cerchiamo. A tradimento
Furo investito le mie case; e il pronto
Accorrere del popol me a gran pena
Dal tirannico piglio e questo illustre
Ospite mio sottrasse.
Molte voci. È Leoniero!
Leoniero.[1]È desso! Quella chioma, oh come gli anni
Incanutir!
Auberto. Poichè a me tu.... — Che dico! —
Tu dunque, Leoniero.... — Inopinato
Così ei mi giunge, che....
Leoniero. Il previdi; e nulla
Fuor che di fato irresistibil forza
Qui potea trascinarmi. Al mio cospetto
Gelido orror l’ossa t’invade, Auberto!
E fremo io pur.
Auberto. Ribrezzo al rivederci
- ↑ Guardando Auberto.