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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:375|3|0]]
Oh come in pianto stemprasi!
Erodiade. Il profeta!
Erode.Il rivedrai, bench’io ciò vano estimi.[1]
SCENA III.
ERODIADE e la Farciulla.
Erodiade.Perchè quest’invincibile bisogno
D’intercessor? Che sperar oso?— È speme,
O di morente disperata un sogno?
Umilïarmi? Non voll’io più volte?
Menti v’ha che nol possono — ed io sono
Di quelle menti! — Di mie angosce il crudo
Non si preval per più atterrirmi? Ah, lui
Atterrir debbo, e astringerlo a disciormi,
(S’è ver, ch’ei sopra il cielo abbia potenza)
Dal demon del terror che mi governa! Eccolo. —
Figlia, a Erode vanne.
SCENA IV.
ERODIADE e GIOVANNI.
Erodiade. In volto
Mira Erodiade! — Scerni tu il suo stato?
Puoi tu, vuoi tu sanarla?
Giovanni. Oh! su tua fronte
Qual suggel novo di sciagura io veggo!
Novi delitti oprasti?
Erodiade. Uno!
Giovanni. Prosegui.—
Ansia, che guardi innanzi a te?
Erodiade. Quell’ombra
Conosci tu? — Sottraggila a mia vista;
Tollerar non la posso.
Giovanni. Oh ciel! favella.
- ↑ Parte.