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402 tommaso moro.

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Ma che obbedirgli dove egli comanda
Di mover guerra a’ miei paterni altari,
D’abborrir molti egregi amici, e plauso
Alzar su lor esigli e su lor morti....
[1]Non posso!
Margher.                     Oh voce!
Moro. È inappellabil — Figlia....
Ahi, tronco dall’angoscia è il tuo respiro!
Scuotiti; ascolta.... Oh! versa pur, qui versa
Su questo sen tue lacrime dirotte!
Con amor le raccolgo e teco piango.
Ma mentre sacro duolo effonde il core,
Salda la mente, intrepida rimanga!
Margher.Oh ciel! qui muove alcun. Già da te forse
Separarmi vorran.


SCENA V.

L'Ufficiale e detti.

L'Ufficiale.                                         Vien la regina.


SCENA VI.

ANNA, Guardie e detti.

Margher.Anna!
Moro.           Come! tu al carcere di Moro?
Anna. Scendervi io stessa apportatrice volli
Di fausto annunzio. Indussi il re udienza
Oggi a ridarti.
Moro.                          Oh sì gran tempo indarno
Da me invocata sorte! io rivedrollo!
Egli m’udrà! Non più creduta speme
Improvvisa m’inonda. Ei m’abborriva,
Perchè gli astuti cortigiani a lui
Mi nascondean. Sovra il fedel suo servo,
Sovra colui, ch’ei già nomava amico,

  1. Elevando risolutamente lo voce.
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