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atto quarto. — sc. V, VI. | 423 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:428|3|0]]
Fuori di senno per le vie vagai,
Ed a’ questo palagio i passi volsi,
E le guardie delusi, e teco io sono!
E se t’uccidon, morir voglio io teco!
Moro.Oh troppo amante figlia! Oh tu colei
Che fra’ miei cari io più d’ogn’altro amava!
Tu, discepola mia! tu, che a virili
Alti sensi cresciuta, eri il mio orgoglio,
Non farti oggi, ten prego, al padre tuo
Cagion di debolezza. Amami, e sia
Del tuo gentile amor prova gagliarda
Il rassegnarti dignitosa a quanto
Fia di me decretato; il conservarti
Per gli altri figli miei, per l’infelice
Madrigna tua....
Margher. Chi vien?
Moro. Gran Dio! Son dessi
I miei giudici!
SCENA VI.
CROMWELL, gli altri Giudici, e detti.
Cromwell. Come! in braccio al reo
La figlia sua? Sien separati a forza!
Margher.[1]O padre!
Moro.Amata figlia! abbi costanza,
Siccome averla insino al fine io spero.
SCENA VII.
I precedenti, eccettuata MARGHERITA.
Alfredo. Oh spaventoso giorno!
Moro. A che mi guarda
Mutolo, interrorito ognun di voi?
Alfredo.Io.... questa carta.... no.... legger non posso!
- ↑ Vien separata dal padre.