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54 | eufemio di messina. |
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Oh. Lodovica mia! come splendeva
D’amor, di gioja il tuo gentil sorriso!
Oh me beato!... Che vaneggio?
Almanzor. Insano,
Tua nuova fè bestemmiar osi! Trema
(Non di me, no, chè troppo io t’amo) trema
Del ciel che t’ode.
Eufemio. Il cielo dunque attesto:
Non io la patria abbandonai: me ingrata
Rigettò dal suo seno: empio son fatto,
Non da mie colpe, dalle altrui.
Almanzor. Messina
Or di sue colpe si rallegri, e veggia
Da lei fuggirsi invendicato Eufemio!
Eufemio.Io invendicato?:.. Ed Almanzor lo crede?
Almanzor[1]No, pari a te, d’Africa sono i figli,
Forti in amar, nell’abborrir più forti.
Eufemio.Ben mi conosci. Opposte furie orrende
Fan di me strazio. S’io morrò, deh! giura
Di compier tu le mie vendette. In core
Della vicina mia morte ho il presagio.
Fa che un amico almeno io m’abbia; giura
Che, dopo me, combatterai su questo
Lido, finchè Messina incenerita
Degno all’esequie mie rogo divenga;
E che (se viva Lodovica) a lei
Renderai la mia spoglia.
Almanzor Ah! d’obbedirti
Altre volte giurai: cessa....
SCENA II.
TEODORO incatenato condotto da Saracini, e detti.
Eufemio. T’avanza,
Fellon: contemplin gli occhi tuoi l’estrema
Luce del Sol; chiusi oggi fien per sempre.
Teodoro.Qui tratto....
- ↑ Abbracciandolo.