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58 | eufemio di messina. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:63|3|0]]
M’è ogni tuo cenno.
Lodovica.[1] Il padre mio!...
Eufemio. Deh, lascia
Quel disumano; e che paventi?
Lodovica. A morte,
Ohimè, lo traggon....
Eufemio. Cálmati: in sicuro
È la sua vita. Ah, di lui sol tu parli;
Nè del mio amor cura ti prende?
Lodovica.[2] Eufemio!...
Eufemio.Tu m’ami, si; que’ tuoi tronchi sospiri
Mel dicono ora. Oh me felice! Ah! vieni:
Te il saracino esercito adunato
Vegga, e sultana al fianco mio t’adori.[3]
ATTO TERZO.
SCENA I.
Da una parte viene LODOVICA accompagnata da alcuni Saracini.
ALMANZOR s'inoltra dalla parte opposta.
Lodovica. I cenni udisti del tuo prence? Al padre
Guidami, e, pria che tu a Messina il renda,
Appo di lui sola mi lascia.
Almanzor. Il mira.
Obbedita già sei.[4]
SCENA II.
LODOVICA e TEODORO senza catene.
Lodovica. Cielo, sostieni
La vacillante anima mia.