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70 | eufemio di messina. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:75|3|0]]
Per lo vene mi scorre.
Il Guerriero. Ohimè!
Lodovica. Si fugga.
Ma se pria di morir qualche infelice
Ritrar potessi a vita?
Il Guerriero. Oh lunga ambascia!
Chi mi soccorre?
Lodovica.[1] Qual presagio! Il crine,
Parmi, ha canuto. O fiamme atre funeste,
Che divorate la mia patria, al raggio
Vostro chi mai qui scoprir debbo?[2] Io tremo.
Oh vista! il padre! Inesorabil, cruda
Contro i figli empi è la giustizia eterna.
Desso! Ei respira: dalla fronte un fiume
Di sangue uscia: rappreso or sta: ferita
Mortal non fora? Oh speme! Il cor gli balza:
La man mi stringe... Ei vive, sì!
Teodoro.[3] Chi.... sei?...
Lodovica. La figlia tua; la tua colpevol figlia.
Teodoro.[4]Indistinta una voce.... odo. Mia figlia
Nomavi. Una figlia ebbi: ah potess’io
Spirare almen.... fra le sue care braccia....
Lodovica. Egli ancor m’ama! Ah, di mia colpa ignaro
Certo cadesti.
Teodoro.[5] Io.... caddi, sì. Di colpe.
Che parli? Iddio tutto le umane colpe
Un’altra volta perdonò: immolato....
Per noi.... s’è un angiol.
Lodovica. Taci. Oh mia vergogna!
Innocente mi crede.
Teodoro.[6] Ella.... trafitto
- ↑ Gli si accosta raccapricciando.
- ↑ S’inchina incerta sul guerriero.
- ↑ Sempre giacente.
- ↑ Ripigliando gradatamente lena.
- ↑ Ajutato da lei e sorreggendosi si alza alquanto, sì che gli appare una gran ferita sul capo, per la quale non può aprir gli occhi.
- ↑ Seduto e sostenuto da essa, la voce di lui si rinforza, come d'uomo in cui molta vitalità rimane ancora.