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atto quarto. — sc. unica | 73 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:78|3|0]]
Ei si dilania furibondo! Ah, cessa:
Non morir disperato. A me la morte
De’ reprobi, a me sola: ai giorni eterni
Che meritar l’opre tue pie, deh volgi
Gli ultimi istanti.
Teodoro.[1] La mia patria!
Lodovica. In terra
Non è la patria de’ fedeli.
Teodoro. Oh vanne:
Morir mi lascia: orror mi fai; t’abborro,
L’ira del ciel sul capo tuo discenda.
Lodovica. L’ira merto del ciel; scritta è col sangue
La mia condanna, col paterno sangue:
Ma lascia il compier sue vendette a Dio.
Uomo, padre tu sei: solo il perdono,
Non il punir, s’aspetta all’uom.
Teodoro. Perdono?
Sperarlo ardisci?
Lodovica. Non da Dio, dal padre.
Teodoro.[2]Misera! ov’è il tuo seduttor? Già posta
In abbandon, già vilipesa?...
Lodovica. Ei corse
All’esecranda sua vittoria. Io stava
Da un drappel custodita appo le navi;
Ma il desio della preda alla cadente
Città volar fe’ le mie guardie. Sola....
Col terror del delitto.... in questo campo
Di morte errai, del tuo fato presaga.
Di rivederti io paventava. Oh fero
Divin castigo! a qui trovarti esangue
Era io guidata.... ad avventarti al core
L’ultimo colpo.[3]
Teodoro. Oh dai singulti cessai
L’infievolito mio spirto commovi....