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x prefazione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu{{padleft:9|3|0]]fu il reale allestimento scenico. Tanto, per eccellente che fosse, sarà certo rimasto inferiore a quello vagheggiato da Eschilo. Questo solo importa; e questo lo vediamo senza ombra e senza lacune, nello studio dei drammi[1].

Ecco, dunque, le scene di Eschilo. Ne Le Supplici, un clivo, su cui sorgono, adorni dei loro simboli pittoreschi, gli altari di tutti i Numi; e, nello sfondo lontano, un’ampia distesa di mare, nella quale si vedono avanzare le bianche vele degli Egizî. — Ne I Persiani, un’antica piazza di Susa, dove sono le ricche tombe degli antichi re di Persia. — Ne I Sette a Tebe, il bastione d’una città assediata, contro il quale viene a battere insistente l’urlo e l’urto nemico. I simulacri dei Numi protettori, dinanzi ai quali si prostrano le fanciulle, si levano, come a schermire il pericolo. — Nel Prometeo, orride impervie giogaie alpestri, dove possono giungere solo creature soprannaturali. — Nell’Agamènnone, la piana dinanzi alla reggia del re; e, dinanzi alla reggia, seggi, are, idoli di Numi. — Ne Le Coefore, prima una località del suburbio, dinanzi alla tomba d’Agamènnone, poi la piazza dinanzi alla reggia. — Ne Le Eumènidi, prima l’esterno del tempio di Delfi; poi l’interno, con l’orrida visione delle Furie; infine, la luminosa Acropoli d’Atene.

Quanto apparve in realtà, di queste visioni, sul primitivo teatro di Diòniso? E ci fu un serio tentativo di attuarle materialmente, oppure furono semplicemente suggerite, come nelle figurazioni ceramiche, mediante qualche

  1. Vedi a questo proposito, nel mio volume Il Teatro Greco, il capitolo su Eschilo.
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