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coro
Strofe
Te che non mai d’Ilizia
hai sofferti gli spasimi,6
invoco, Atena mia,
te che il Titan Promèteo
di Giove raccogliea dal sommo cèrebro,
vittorïosa Iddia.
Vieni, dagli aurei talami
d’Olimpo, scendi a questa casa Pizia
sopra terrestre via,
ove, nel centro della terra, al tripode
presso, e alle sue carole,
l’ara Febèa partecipa
fatidiche parole.
Anche tu vieni, o figlia
di Lato: entrambe indomite,
suore entrambe d’Apollo.
E supplicate, o Vergini,
che l’antica progenie
d’Erettèo, con espliciti
responsi, anche tardivo, abbia un rampollo.

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