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Civiltà ed arte nell'Agro Chiusino, ecc. 73

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato di archeologia (Gentile).djvu{{padleft:121|3|0]] Altre tombe isolate e sparse nel territorio chiusino consistono d’un semplice orcio di terra cotta, toscanamente detto ziro, talvolta alto fino a due metri, deposto sotterra in buca[1]. Fra lo ziro e le pareti della buca erano residui di rogo; dentro allo ziro le ceneri del defunto, e frammistivi oggetti in maggior copia e di maggior fattura di quelli delle tombe a pozzo; fusaiole d’argilla o pesi da tessitore; rasoi col manico saldato alla lama, o con questa gittato di un sol pezzo; armi di bronzo, anelli d’oro, d’argento, di ferro, con pietre incise e scarabei; orecchini d’oro pallido (elektron). Vi si trovarono anche vasi cinerari di bucchero, o terra nera, in forma di canòpo, cioè terminati da testa umana, che fa da coperchio, o sormontati da qualche statuetta rozzamente modellata. Lo ziro era coperto da lastra di pietra, sopra la quale stavano deposte stoviglie accessorie; la bocca della buca era chiusa da una seconda lastra.

Nuove tombe a pozzo vennero in luce recentemente negli scavi di Corneto-Tarquinia degli anni 1881 e 1882, in numero di ben più che trecento, delle quali però appena una terza parte erano intatte, le altre già state manomesse. Esse tengono del tipo di Poggio-Renzo e di Villanova, e delle arcaiche umbro-felsinee. Constano di pozzi rotondi, scavati verticalmente nella roccia di calcare; il pozzo, a circa due terzi di sua profondità, si restringe, ed ivi il masso è lavorato in maniera da cingere il buco con un margine circolare, formando un angusto pozzetto inferiore. Tali pozzi, che di-

  1. Ved. Boll. Ist. Corr. Arch. 1835, pag. 216; cfr. Gamurrini e Conestabile, Sopra due dischi di bronzo italici, ecc. (Memorie R. Accad. di Scienze di Torino, XXXVIII, 1876, serie II); cfr. il recente ed ottimo lavoro dello Gsell, Fouilles de Vulci. Parigi, 1891.
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