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Architettura. 121

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato di archeologia (Gentile).djvu{{padleft:169|3|0]]nelle più antiche mura etrusche. Due di tali porte ad arco pieno, formate a cunei concorrenti al centro, si vedono a Volterra nella cerchia delle sue mura antiche. Una di queste porte è ornata d’una gran testa, posta al sommo dell’arco, dov’è la chiave di volta; ed altre due simili teste stanno al sommo delle impostature, ossia degli stipiti (ved. Atl. cit., tav. XVIII). Forse quelle teste rappresentano numi tutelari delle città; è dubbio se debbansi tenere tanto antiche quanto le mura; ma notevole è che una porta di simil forma, ornata con tre teste, vedesi riprodotta sul bassorilievo d’un’urna volterrana, dov’è rappresentato l’assalto d’una città[1]. Altra porta arcata, simile a quella di Volterra, vedesi nella cinta murale di Falerii (Santa Maria di Falleri). Due porte etrusche a Perugia, la porta Marcia e quella detta Arco d’Augusto, sono formate con grande arco di cunei di travertino.

3. Le opere idrauliche. — Del genio etrusco, inteso al solido costruire per pubblica utilità, fanno fede le memorie e le vestigia delle molte e grandi opere idrauliche. Gli Etruschi, con fosse e canali, risanarono la regione del delta padano, fra il fiume e le lagune di Comacchio; risanarono le valli dell’Arno, della Chiana, dell’Ombrone. Nelle vaste e funeste pianure delle maremme toscane, in quella regione dilettevole molto e poco sana, sorgevano popolose città; il terreno era risanato con molti lavori di condotta delle acque, dei quali ancòra appaiono traccie. Ma, caduta la potenza etrusca e

  1. Ved. Micali, Stor. dei pop. it., tav. CVIII. — Credo piuttosto che la prima origine di quest’uso sia provenuto dalla barbara costumanza di appendere le teste dei generali nemici fatti prigionieri ed uccisi, per spaventare il nemico stesso e in atto di tripudio per la vittoria ottenuta.
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