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Architettura. 253

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato di archeologia (Gentile).djvu{{padleft:311|3|0]]o fori, che dànno appunto l’aspetto d’una colombaia, come si vede in Roma anche in varî monumenti sepolcrali cristiani; dentro queste nicchiette sono deposte le piccole urne cinerarie (ollae); sopra ciascuna nicchietta è una targhetta col nome del defunto. In terra eranvi anche dei sarcofaghi grandi e ben ornati (ved. Atl. cit., tav. XLV, 2).

6. Gli archi trionfali. — Di monumenti trionfali dell’età d’Augusto credesi aver testimonianza nell’arco che sorge presso Porta S. Sebastiano e che denominasi da Druso, supponendosi sia l’arco trionfale eretto a Claudio Druso Germanico, figliastro d’Augusto e fratello di Tiberio, nell’anno 8 av. C., per le vittorie riportate contro i Germani. L’arco è di travertino rivestito di marmo, decorato di colonne; sull’attico erano trofei ed una statua equestre, come appare dal disegno di una moneta di Claudio imperatore[1]. Al di sopra di quest’arco venne poi fatto passare il canale dell’acquedotto che alimentava le vicine terme di Caracalla. È questo il più antico fra gli archi trionfali ancor esistenti[2].

Non solo Roma, ma anche le città d’Italia s’abbellirono di grandi e sontuosi edificî; poichè le provincie, sempre più strettamente legate con Roma, erano sotto l’Impero assai più civilmente governate che non sotto l’aristocrazia repubblicana, e quindi prosperarono nelle civili istituzioni. Con lo stabilirsi dell’Impero nella pace del mondo, incomincia un’età nuova, nasce un nuovo e mi-

  1. Cohen, Médailles imperiales, I2, pag. 252, 254. n. 25-29; 48.
  2. Ved. intorno agli archi Bellorius e De Rubeis, Veteres arcus Augustorum, triumphis insignes, Roma. 1690, 1824; L. Rossini, Gli archi di trionfo degli antichi Romani, Roma, 1836. - Gräf, Triumphbogen, inserito nel dizionario di archeologia e di antichità del Baumeister, Denkmaeler, III, pag. 1865 e segg.
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