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IL

GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI



CAPITOLO I.

NEL QUALE PHILEAS FOGG E GAMBALESTA

SI ACCETTANO RECIPROCAMENTE,

L’UNO COME PADRONE, L’ALTRO COME SERVITORE.


Nell’anno 1872, la casa recante il numero 7 di Saville-row, Burlington Gardens, — casa in cui morì Sheridan nel 1814, — era abitata da Phileas Fogg, esq.[1], uno dei membri più singolari e più segnalati del Reform-Club di Londra, quantunque sembrasse studiarsi di non far nulla che potesse attirare l’attenzione.

Ad uno dei più grandi uomini di Stato che onorano l’Inghilterra, succedeva dunque in quella casa codesto Phileas Fogg, personaggio enigmatico, di cui nessuno sapeva niente, fuorchè essere un fior di galantuomo, ed uno dei più bei gentlemen dell’alta società inglese.

Si diceva che rassomigliasse a Byron, — nella testa, poichè era senza difetti ai piedi – ma un Byron

  1. Abbreviazione di Esquire, titolo equivalente a signore.
Verne. Il giro del mondo in ottanta giorni. 1

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