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LA GUERRA.[1]


Eh no, la guerra, in fondo,
  Non è cosa civile:
  D’incivilire il mondo
  Il genio mercantile
  S’è addossata la bega:
  Marte ha messo bottega.

Le nobili utopie
  Del secolo d’Artù,
  Son vecchie poesie
  Da novellarci su:
  Oggi a pronti contanti
  I Cavalieri erranti

Con tattica profonda
  Nell’arena dell’oro,
  A tavola rotonda
  Combattono tra loro,
  Strappandosi co’ denti
  Il pane delle genti.

  1. Questo scherzo punge i predicatori della pace a ogni costo, anco delle più vergognose bassezze; i quali poi, se capita il destro di guadagnare, danno un calcio ai loro sistemi, e rovesciano il mondo.
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