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al medico carlo ghinozzi. | 259 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giuseppe Giusti.djvu{{padleft:283|3|0]]
Del partorir le doglie
Ti fan più caro il nome
E di Madre e di Moglie?
Bello, in pro del soffrente
Corpo, annebbiar la mente!
E quasi inutil cosa,
Nella mortale argilla
Sopire inoperosa
La divina scintilla!
Ma, dall’atto vitale,
La parte spiritale
Rimarrà senza danno
Nello spasimo, assente?
Forse i Chimici sanno
Dell’esser la sorgente?
Sanno come si volve
Nell’animata polve
La sostanza dell’Io?
E la vita e la morte,
Segreti alti d’Iddio,
Soggiacciono alle Storte?
Amico, io non m’impenno,
Poeta inquisitore,[1]
Se benefico senno,
Guidato dall’amore,
Rimuove utili veri
Dall’ombra de’ misteri;
- ↑ Qui, nel calore del comporre, mi venne fatto senza addarmene di capovolgere le due ultime strofe e non so rimediarle. Mi sia perdonato, purchè il senso comune non sia andato anch’esso a capo all’ingiù.