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sonetti. 359

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Da questi Colli[1] i miei desiri ardenti
  Volano sempre come amor gli mena,
  Ove dietro al pensier giungono appena
  Gli occhi per molte lacrime dolenti.

E allor che la città per le crescenti
  Ombre dispare, e la campagna amena,
  Cerco del ciel la parte più serena
  E le stelle più care e più lucenti.

E se vicino a me muove uno stelo,
  Muove spirando la notturna auretta,
  Credo tu giunga, e al cor mi corre un gelo.

E quando te non vedo, o mia diletta,
  Gli occhi si volgon desiosi al cielo,
  Come alla parte onde talun s’aspetta.

  1. Fiesole.
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