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Naviglio della Martesana. 247

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Sino in vista della città, alle case dette la Cassina de’pomi, viene il canale per un dolce pendio; ma da qui alla città di circa 12 piedi è la caduta, onde qui trovasi il primo sostegno, o conca; mezzo ingegnoso, perché le barche da un piano all’altro salgano e discendano agevolmente, se non inventato, perfezionato almeno dal genio immortale di Leonardo da Vinci[1]. Molti di questi sostegni sono nella città, cui il canale quasi interamente circonda, finchè va ad unire le acque dell’Adda a quelle del Ticino, condotte qui pel canal maggiore, o sia Naviglio grande, cui parlammo a Capo XI. Da Trezzo a Milano le barche non tirate da cavallo sogliono impiegarvi sette ore. Chiamasi questo il canale della Martesana, nome del distretto per cui passa, derivato probabilmente da Castel Marte[2], di cui parleremo al Capo XXVI.

Quando una parte delle acque d’Adda sotto Trezzo entra nel Naviglio, il resto continua nel suo letto, sinchè un grosso canale, non però navigabile, se n’estrae a sinistra, sotto il nonne di Ritorto, per la Gerra d'Adda e il Cremasco: e giunto a Cassano il fiu-

  1. Disegni di Leonardo da Vinci incisi e pubblicati da Carlo Giuseppe Gerli. Milano, 1784. Tav. xxxix. Memorie Storiche ec., pag. 95.
  2. Giulini. Tom. II. pag. 180.
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