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Fonte Pliniana. | 269 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu{{padleft:285|3|0]]fonte l’analogia col flusso e riflusso marino, gli antichi le diedero la stessa origine ed anche il medesimo nome Facil cosa è però l’osservare che qui il crescere e decrescere nessun rapporto non ha colla luna, ma bensì colle ore del giorno, quando la stagione è regolare. Fuvvi chi per ispiegare il fenomeno immaginò un gran recipiente, e fenne costruire il modello in legno, appoggiato a due perni, e di tal forma che essendo pieno disequilibravasi e si rovesciava, indi rimetteasi in piano, per nuovamente riempirsi. Ognun sente l’impossibilità della cosa. Il celebre naturalista Fortis [1], trattando di altre fonti intermittenti del Bergamasco, opina che le acque interne strascinino tanta arena da chiudersi i canali, finchè la copia d’acqua ritenuta giugne a tale da rovesciar l’argine ch’essa medesima si era formato, e un nuovo argine a rialzarsi comincia. Potrà ciò co’ fenomeni delle fonti Bergamasche, e con altre non infrequenti fra noi, per avventura convenire, ma non con quanto nella fonte Pliniana si osserva, nella quale l’accrescimento ha principalmente rapporto col vento. Il ch. monsig. Testa[2] , che la vide molto elevarsi in occasione di vento gagliardo, immaginò che l’acqua della vicina cascata fosse