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Asso, Lasinigo, Magrelio. 309

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu{{padleft:325|3|0]]Proseguendo per la valle, viensi a Lasinigo o Nasnigo, a Barni, a Magrelio, anguste pianure che vanno elevandosi, sinchè si giugne alle sorgenti del fiume. A Lasinigo, che un autore crede sia Assi vicus, il vico di Asso, nell’angolo d’una casa poco distante dalla torre vedesi un’iscrizione, che C. Alebo Veterano della legione viii pose vivente per sè, e per Pompea Dorcade sua moglie[1]. Rinomate son le lumache di Barni, che gli abitanti sanno nutrire colla tossilagine (Tussilago petassites L.). Vedesi sopra Magreglio una grotta nel monte e una sorgente d’acqua intermittente, detta la Menaresta; le quali cose possono interessare il naturalista. La

  1. Ci grava il non aver veduta nè questa nè l’antecedente lapide di Plinio Burro, intorno le quali non possiamo dir nulla. Badi però il viaggiatore ad entrambe; che nella prima, come qui vien riferita, vi ha sbaglio nel nome, nella seconda l’ultima linea è tuttavia, da chi ne parlò, non intesa. L’interpretazione ch’è nel Morigia non regge coi principj epigrafici. Ma già intorno a queste e ad altre lapidi e monumenti preziosi di belle arti e di antichità che ammirare si possono dai dilettanti in questo bel viaggio, parleremo forse più a lungo nella sesta edizione di questo libro. Le note che ora vi abbiamo fatte per nostro studio e diletto, non erano già destinate alla stampa; nè piegammo ad accordarle al Silvestri che per quella benivoglienza che si procaccia dai letterati un tipografo menemerito degli studj migliori (Nota del sig. dott. Gio. Labus).
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