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CAPO III.

Da Gallarate alle Isole per Varese e Laveno.

Chi ama vedere Varese e i vaghi suoi contorni, va colà da Milano direttamente per la strada che indicheremo quando parlerassi del ritorno dalle Isole Borromee a Milano, o va da Gallarate a Varese per la valle d’Arno, e passa or dentro or presso i piccioli villaggi di Caiello, di Premezzo, della Cavaria, ove era un monistero di monache (da San Carlo, per la soverchia indisciplina, come molti altri, soppresso), di Jerago (Hieracium) ove vuolsi che gli antichi concorressero alle sacre funzioni; di Albizzate e di Albiciago, appartenenti un tempo alla famiglia degli Albucii, de’ quali trovansi varie romane iscrizioni in questi contorni disepolte, e riportate dal Castiglioni[1]. Poco lungi v’è Quinziano, ove avanzi d’antiche cose non di rado si disotterrano. Sale a Caidate, ov’è una villa dei Bigli, or Confalonieri, a Brunello e alla Cagiada, ove una bella casa hanno i Perabò, da cui amenissima vista si gode, e si domina il sottoposto lago di Varese, e gli altri minori laghi di Bilandrone, di Ternate e di Comabio adesso vicini. Vedrà il naturalista, cammin facendo, che tutti quei colli sono

  1. Gallorum antiquae sedes.
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