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meno bianchi e consistenti di questi ultimi. Su le pietre del Fiume presso Babovdol vivono Polipi grandicelli, a’ quali coll’occhio nudo, e viaggiando in fretta non ò potuto donare tutta l’attenzione, che meritano dopo le scoperte del Trembley, del Backer, e del celeberrimo Bonnet.
§. 5. Delle rovine di Burnum.
Andando per terra da Knin al Monastero degli ospitalissimi Calogeri di Sant’Arcangelo[1] noi ci dilungammo mai sempre poco dal Fiume, che di là alle foci scorre quasi costantemente fiancheggiato da monti marmorei, e di rado incontra valloni, e campagne, pelle quali si possa spandere, allorchè gonfia. Trovammo per la deserta Bukoviza vestigj di antiche abitazioni Romane: ma che miserabili vestigj! Pietre rozzamente appianate, nelle quali veggonsi scalpellati de’ buchi in quadro per piantarvi travicelli, o altra cosa simile da sostenere le tende pegli accampamenti, giacciono da entrambi i lati lungo la via per quasi un miglio di cammino. Molti frammenti d’Iscrizioni stritolate s’incontrano sparsi quà, e colà, fra’ quali un pezzo di pilastro a quattro faccie adorno di basso-rilievi agli angoli, su di cui si legge in lettere massime, e ben conservate un residuo d’antico Elogio.
V’à ogni ragion di credere, che la Città distrutta in questo sito sia stata il Burnum di Procopio,
- ↑ I Calogeri di S. Arcangelo in Kerka conservano la pia tradizione, che S. Paolo abbia celebrato in una picciola Cappellina contigua al loro Monastero. I Morlacchi di rito Greco concorrono a questo Santuario con molta divozione, quantunque la povertà loro non permetta, che vi portino ricchi doni.