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ed i congiunti testimoni o partecipi di quei fatti reali. Segue un grazioso e più lieto Sonetto fatto in altra occasione, che egli vide la sua donna con una compagna chiamata Vanna, e per soprannome di bellezza Primavera, che era l’amata

del suo primo amico Guido Cavalcanti :

Amor mi disse: Questa è Primavera,
E quella ha nome Amor; si mi somiglia.[1]"

E di queste due donne, e d’una terza, amata da un altro amico suo, è un altro grazioso Sonetto nelle rime. Scusasi Dante poi di personificare l’Amore in tutti questi versi, e conchiude in prosa schietta, quasi prevedesse le sofisticherie. "Grande vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto veste di figura e di colore retorico, e poi domandato non sapesse dinudare le sue parole da cotal vesta in guisa che avessero verace intendimento: e questo mio primo amico ed io ne sapemo bene di quelli che così rimano stoltamente". Confrontisi questo con

  1. Vita Nova, pag. 47.
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