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180 | CAPO SETTIMO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante.djvu{{padleft:190|3|0]]cordandomi di lei, lo mio cuore, s’incominciò a pentire del desiderio, a cui così vilmente[1] s’avea lasciato possedere alquanti dì senza la costanza della ragione. E discacciato questo mal pensiero e desiderio, si rivolsero tutti i miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice[2]„. Quindi ei rifa alcune poesie per disdir quelle altre del suo secondo amore; e conchiude tutta la storia, e il libro dell’amor suo con queste parole, che sono le più importanti di tutte per il seguito della vita: “Appresso a questo sonetto apparve a me una mira visione; nella quale vidi cose, che mi fecero proporre non dire più di questa benedetta infintantochè io potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò, io studio quanto posso, siccom’ella sa veramente; sì chè, se piacere sarà di Colui per cui tutte le cose vivono, che la mia vita per alquanto perseveri, spero dire di lei quello, che mai non fu detto d’alcuna. E poi piaccia a Colui