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solendo uno o più eletti d’ogni sestiere formare poi i varii magistrati popolari e comunali.

Tutto ciò faceva frequenti le relazioni anche private per sestieri; e nel vicinato facevansi le feste, come vedemmo di quella di maggio in casa Portinai; e nel vicinato quei crocchi, quei conversari sedendo all’uscio di casa, quegli inviti ad entrare, e que’ tanti particolari di tal vita che si veggono nelle Novelle del Boccaccio, e nell’altre antiche. Già vedemmo vicini gli Alighieri e i Portinari, e ciò che ne seguì; e del medesimo vicinato erano i Cerchi e i Donati. Gli Alighieri discendenti di Cacciaguida, e così Dante e i suoi consorti "abitavano in su la Piazza di San Martino del Vescovo (ora chiesa de’ Buonomini), dirimpetto alla via che va a casa i Sacchetti, e dall’altra parte si stendono verso i Giuochi e i Donati[1]". I Donati, così vicini degli Alighieri, abitavano non lungi del canto de’ Pazzi[2]; e i Cerchi e i Portinari abitavano presso al medesimo canto de’ Pazzi,

  1. Leon. Aret., pp. 50 e 59. Confrontisi con il Pelli, pp. 49 e 63, osservando che la nota (3) di quest’ultima pagina vuol esser corretta secondo quelle più esatte di pag. 19.
  2. Dino Comp., Pelli, p. 77.
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