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350 CAPO DECIMOTERZO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante.djvu{{padleft:360|3|0]]E non dubbia vendetta contro gli Adimari è la menzione di essi fra le famiglie fiorentine al Canto XVI del Paradiso. Non dubbia almeno, se diam fede a’ commentatori; i quali ci narrano, venuta tal famiglia di Mugello e non grande ancora in Firenze, quando Bellincion Berti gran cittadino antico rammentato più volte in quel Canto avendo data una figliuola a Ubertino Donati, diedene un’altra poi ad uno degli Adimari, di che molto sdegnossi quasi di vil cognazione il Donati. Ancora aggiungono ivi i commentatori che un Boccaccio Adimari fu quegli che, esiliato Dante, occupò i beni di lui[1]. E Dante maritato con una de’ Donati, e quantunque grande anch’egli, e superbo, e nemico loro, pur insuperbito di tal parentela ancor più grande, soddisfa insieme ed a quell’orgoglio ed al rancore della offesa, così ritraendo e sfregiando quella famiglia:

115L’oltracotata schiatta che s’indraca
  Dietro a chi fugge, ed a chi mostra 'l dente
  Ovver la borsa com’agnel si placa;

  1. Vedi Com. della Minerva Parad. XVI 115-120.
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