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e contro l’uso della guerra, che tenere gli dovean presi[1]. E perchè i Guelfi Bianchi presi furono parimente morti co’ Ghibellini, s’assicurarono insieme; chè infino a quel dì sempre dubitavano, che d’intero animo fussono con loro"[2]. Ecco spiegato dal buon Dino il progresso dell’unione de’ Bianchi e Ghibellini. E Dante molti anni appresso rammentava ancora la crudeltà di Folcieri, quando metteva nel Purgatorio Rinieri zio di costui, e faceva dirgli da un’altr’anima sdegnosa contro tutta la val d’Arno:

Io veggio tuo nipote, che diventa
Cacciator di que’ lupi[3]in sulla riva
Del fiero fiume, e tutti gli sgomenta;

Vende la carne loro essendo viva,
Poscia gli ancide come antica belva,
Molti di vista e se di pregio viva.

  1. Nota questa massima che prova come gli sforzi de’ fuorusciti a rientrare con mano armata erano tenuti allora come guerra consueta e giusta.
  2. Dino, p. 504.
  3. Lupa, in bocca di Dante, è sempre la parte guelfa; lupi i Guelfi, e quì i Fiorentini.
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