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caldissima de’ Bianchi, de’ Ghibellini e d’Arrigo VII. Ma entratovi così e dimoratovi, trovò Dante costì chi lo fece ricredersi di questo almeno fra i tanti vituperii saettati contra le città italiane. Terminando poco appresso, anzi appunto nel restante di quell’anno 1314, la Cantica del Purgatorio, v’introduceva quel Buonaggiunta da Lucca di cui già parlammo, e facèvaselo nominare dall’amico Forese fra parecchi altri: {{Centrato|
Ma come fa chi guarda e poi fa prezza
Più d'un che d'altro, fe' io a quel de Lucca
Che più parea di me aver contezza.
El mormorava; e non so che Gentucca
Sentiva io là ov'el sentìa la piaga
Della giustizia che sì gli pilucca.
O anima, diss'io, che par sì vaga
Di parlar meco, fa sì ch'io t'intenda,
E te e me col tuo parlare appaga.
Femmina è nata, e non porta ancor benda,[1]
Cominciò ei, che ti farà piacere
La mia città, come ch'uom la riprenda.
- ↑ Non è per anco adulta, ovvero non maritata.