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VITA DI DANTE. | 25 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Dante (Tiraboschi).djvu{{padleft:30|3|0]]La più probabile origine di questo nome a me sembra quella che si adduce dal marchese Maffei, e prima di lui era stata recata da Torquato Tasso (V.Pelli §.17), cioè che avendo Dante distinti tre stili, il sublime da lui detto tragico, il mezzano ch’ei chiamò comico, e l’infimo ch’ei disse elegiaco, diede il titolo di Commedia al suo poema, perchè ei si prefisse di scriverlo nello stile di mezzo. Ma non così ne han giudicato i più saggi discernitori del bello e del sublime poetico, che han rimirato e rimiran tuttora la Commedia di Dante, come uno de’ più maravigliosi lavori che dall’umano ingegno si producesser giammai. Lasciamo stare l’erudizione per quei tempi vastissima, che vi s’incontra, per cui Dante è stato detto a ragione profondo teologo non meno che filosofo ingegnoso, poichè egli mostra di aver appreso quanto in quelle scienze poteasi allora apprendere, e consideriamo la Commedia di Dante solo in quanto ella è poesia. Io so che essa non è nè commedia, nè poema epico, nè alcun altro regolare componimento. E qual maraviglia s’essa non è ciò che Dante non ha voluto che fosse? So che vi si leggon sovente cose inverisimili e strane; che le imagini sono talvolta del tutto contro natura; ch’ei fa parlare Virgilio in