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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Jacopo Durandi.djvu{{padleft:19|3|0]]di lui patria Santià tra i suoi feudi noverata. Prendendo quindi nel progresso dell’opera a parlare di Vercelli, con sano criterio abbatte le favole diverse, che sull’origine di questa, una volta potente città[1] stata quindi dalle guerre, e da altri flagelli spopolata, si sono dagli antichi storici senza fondamento scritte, e date a credere, e ciò per l’ambizione di rendere le loro città pressochè anti-diluviane; siccome d’Asti si pretendeva colla scorta d’apocrifa lapide, e siccome tuttora anche nelle famiglie private si studia, e si tenta da alcuni, di sola nobiltà gonfi, ed orgogliosi.
Nel 1768 alli 30 luglio ottenne Durandi il permesso di far istampare Delle antiche città di Pedona, Caburro, Germanicia, e dell’augusta de’ Vagienni, che esistevano nel
- ↑ Ved. S. Girolamo lettera 1 ad Innocent. n.°3 ivi igitur Vercellae Ligurum civitas, haud procul a radicibus alpium sita potens, nunc vero est habitatore semiruta.