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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vita di Jacopo Durandi.djvu{{padleft:32|3|0]]profittando delle veglie notturne, e della calma negli affari camerali, scrisse dell’imitazione intorno ai drammi in musica, e questa erudita dissertazione fu pubblicata nell’ultima edizione delle opere di Metastasio fattasi in Nizza al tom. X, verso il fine.

A quest’epoca venne a scuotere la mano istorica del nostro Durandi quasi in letargo assopita lo zelante conte Felice Durando di Villa, erudito Torinese, ricco signore, mecenate della letteratura ed arti, sopra tutto poi delle patrie cognizioni[1]. Questi animato dal dotto padre Paciaudi, deliberò di adunar due volte alla settimana nelli comodi appartamenti del sig. conte Bava di S. Paolo, pendente il corso dell’invernale stagione, e sino allo spuntare del roseo maggio, un consesso di letterati distinti, e doveva esser piacevole l’udire ivi le dotte

  1. Nell’aprimento dell’accademia reale di pittura e scultura in Torino, pronunciò un erudito ragionamento alli 18 aprile 1778.
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