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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Zecche e monete degli Abruzzi.djvu{{padleft:107|3|0]]re, quali il sullodato Fusco ci offrì. Ha un cavallo di rame, delineato nella suddetta tavola al n. 45, che da una faccia rappresenta una croce gigliata cinta dalla iscrizione *ortona*fidelis*r*f. interpretate le due iniziali dal Fusco Regi Francorum, mentre dal lato nobile ci mostra il consueto scudo di Francia, accerchiato dalla scritta krolvs:d:g:rex: +[1] o in altri esemplari krolvs*d:g*r.fr*. È opinione del nostro autore, che questo pezzo siasi improntato allorchè, dipartitosi dal regno il 20 maggio 1495 l’ardito conquistatore, e lasciatovi il conte Gilberto di Montpensier, Ortona, difesa da’ suoi forti baluardi, teneva inalberata la bandiera francese, nel tempo che molte città degli Abruzzi avean già rialzata l’aragonese, e i veneziani, scorrendo con poderosa flotta l’Adriatico, riconducevano i ribellati porti alla obbedienza al secondo Ferdinando. Altrove, invece, vedemmo la fedeltà di Amatrice a Ferdinando I di Aragona perpetuata nelle monete di quel monarca; come del pari si è accennato ad altre di Brindisi, serbatasi ligia a Ferdinando II durante il reggimento di Carlo VIII, che al rovescio della effigie del giovane re portano la iscrizione Brundusina fidelitas.
- ↑ G. V. Fusco, Monete di Carlo VIII, p. 74-78, tav. VI, n. 3 e 4. — Cartier, l. c., tav. V, n. 8.