< Pagina:Zecche e monete degli Abruzzi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Zecche e monete degli Abruzzi.djvu{{padleft:123|3|0]]

XII.


SORA.


in terra di lavoro


Le memorie che venni fino ad ora sponendo delle zecche degli Abruzzi non potrebbero dirsi compiute, ove non soggiungessi, in via di appendice, un qualche cenno intorno a quella di Sora, avvegnachè questa città in Terra di Lavoro si giaccia; pure, siccom’è prossima ai confini di Abruzzo, e le sue prime monete hanno tipo, peso, bontà e valore comuni con quelle di Atri e di Chieti, le ultime con quelle d’Aquila, di Chieti, di Manopello, di Ortona e di Sulmona, reputai non solo acconcio, ma necessario, il dar qui riuniti i frutti delle mie conghietture sulla esistenza e sulla durata di questa zecca, che rimase ignota perfino a quel diligentissimo investigatore delle memorie sorane, che fu il padre Francesco Tuzii[1]. I miei primi studii intorno ad essa feci di pubblico diritto fino dal 1856[2]; e l’accoglienza che s’ebbero appo gli eruditi italiani e stranieri m’incoraggiò ad estendere quelle ricerche, affin di riunire quanto potei trovare, così di appunti storici che avvalorano e riducono a certezza la interpretazione da me data all’epigrafi che incontriamo sulle monete rivendicate alla sorana officina, come di quelli che dai monumenti superstiti possono venire

  1. Memorie storiche massimamente sacre della città di Sora, Roma 1724, in 4.
  2. Della zecca di Sora e delle monete di Piergiampaolo Cantelmi, ins. nell’Archivio Storico Italiano, Nuova serie, T. III, parte II, Firenze 1856.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.