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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Zecche e monete degli Abruzzi.djvu{{padleft:92|3|0]]Suliaco, e madre di Ugolino da Suliaco; premorto il quale alla madre ed alla sorella Maria, moglie di Napoleone d’Orso Orsini, costui per cessione della suocera e della moglie ne veniva investito come di regii feudi da re Roberto, unitamente alla rocca di Manopello e ad altre[1]. Nel 1347 Napoleone fu tra i baroni che andarono all’Aquila a complire con Lodovico re di Ungheria invasore del regno, e ligio omaggio gli offrirono; e nel dicembre del 51, lo stesso re accampò per qualche tempo a Guardiagrele, come sappiamo da Buccio Ranallo:
Pusese nella Guardia che è de Napolione[2];
verso male interpretato dall’Antinori[3] che scambiò Guardiagrele con Guardia Alfiera. Nel 53 l’Orsino era rientrato in grazia della regina Giovanna, che gli confermò il contado di Manopello, e poscia lo creò logoteta, protonotario del regno di Sicilia, collaterale e consigliere, i quali titoli leggiamo a lui impartiti nella data del regio diploma, che provede alla ripopolazione dell’Aquila desolata dalle pestilenze del 1348 e del 63, firmato a Napoli il 15 gennajo 64[4]. Il 15 maggio del 68 gli era già sottentrato nella carica di logoteta Tommaso dei Bufali messinese, onde sembra che l’Orsino in quel torno fosse venuto a morte[5]. Gli succedettero i figliuoli Giovanni ed Ugolino che, nelle contese fra Lodovico di Angiò e Carlo di Durazzo, parteggiarono per quest’ultimo; loro eredi furono cinque fratelli nati di Ugolino, e Napoleone II unico figlio di Giovanni[6]. La fedeltà serbata da Giovanni di Napoleone I ai durazzeschi gli valse la contea di San Valentino, datagli nel 1381 dal re Carlo; ed egli morendo la trasmise a Napoleone II, cui confermò il possesso e la incorporazione di essa e degli altri feudi nella contea di Manopello re Ladislao, il 1390. Nel qual diploma[7]