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Mezzenotti

LI.
RIVOLTA
Mezzenotti - Orgia Mezzenotti - Esequie

LI.


RIVOLTA





Stamane io aveva gridato al mio cervello:
     Si chiudano le porte a chiavistello,
     Il padrone è ammalato e doloroso;
     Si chiuda la baracca, e vi si scriva:
     5Oggi riposo!

E avrei voluto aver sul mio scrittoio
     Qualche ranocchio fetido e squarquoio
     Per contemplarlo, e stabilir confronti,
     E saper come la natura imprima
     10Gli ultimi affronti.

E con esso un volume avrei voluto,
     Un volume di qualche autor chiercuto,
     Per accertarmi colla musa mia
     Che a qualche cosa può servire ancora
     15La poesia.


L’uno gracchiando alla melma natìa,
     L’altro ai santi e alla vergine Maria,
     Potean soli ridarmi un’ora lieta;
     Tanta vergogna mi mordeva il core
     20D’esser poeta.

Uscii — piovendo gocciole sottili,
     Le cime nascondea dei campanili
     Il nebbione, e la cupola del duomo,
     Senza il manico d’or, parea la canna
     25Di un pover’uomo.

Mi zoppicava accanto un vecchierello
     Tutto avvolto in un lurido mantello;
     Era canuto, giallo e macilento,....
     Lo urtai; la stoffa che lo mascherava
     30Si aperse al vento,

E, come un filo che trovò la cruna,
     Un raggio uscì dalla sua falda bruna;
     Io gridai come un pazzo: — È lui ch’io scerno,
     Non v’è più dubbio, l’ho trovato, è lui,
     35È il padre Eterno!

Ah paradiso, purgatorio, inferno,
     Alba, sera, meriggio, estate e inverno!
     No, non, mi sfuggi, despota adorato;
     Non mi sfuggi, e arrossir devi, e pentirti
     40Del tuo Creato! —


Sorrise il vegliardo di un grande sorriso,
     E parve, se squarcia le nuvole il sol,
     L’arcana dolcezza del raggio improvviso
     Che balza e si adagia sull’umido suol.

45Poi disse: — poeta dall’occhio sdegnoso,
     Allenta la foga dell’agile pie;
     E a qualche vicino cantuccio nascoso,
     Se vuoi ch’io ti ascolti, cammina con me. —

Passava un canonaco; sentendo il compagno
     50Celeste di rabbia repente tremar,
     Gli dissi all’orecchio: cacciamolo a bagno?
     Qui presso è un canale.... tu stammi a guardar.

E già mi avventavo.... — ma il nume rispose:
     Un solo fra tanti, fra tutti.... a che pro?
     55Pei versi e l’oceano, pel turbo e le rose,
     Poeta, il castigo dal ciel tuonerò! —

Giungemmo a un boschetto; qui il vecchio s’assise,
     Tergendo affannato, la polve e il sudor;
     Mi stese la mano, di nuovo sorrise,
     60E, sfoga, mi disse, l’immenso furor!


Ma quel sorriso mi avea fatto muto,
     E stava lì, sospeso, a bocca aperta
     Come quando si aspetta uno starnuto.


E a poco a poco mi sentìa nell’anima
     65La leggerezza d’un ch’esce di guerra;
     La meraviglia
     Che invade al punto di lasciar la terra
     L’areonauta.

— Padre, padre.... del mio fato mi accerta!...
     70Ho qui, sul cranio come un serto acuto.... ―
     Egli diè un guizzo e dileguò per l’erta.

Orribilmente del letto la coltrice
     Mi pesa, e intorno bisbigliando vanno
     Voci domestiche:
     75— Bevine un pò, ti calmerà l’affanno,
     È lauro ceraso.

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