< Pensieri (Leopardi)
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LXIX LXXI

LXX.

Moltissimi di quegli errori che si chiamano fanciullaggini, in cui sogliono cadere i giovani inesperti del mondo, e quelli che, o giovani o vecchi, sono condannati dalla natura ad essere piú che uomini e parere sempre fanciulli, non consistono, a considerarli bene, se non in questo: che i sopraddetti pensano e si governano come se gli uomini fossero meno fanciulli di quel che sono. Certamente quella cosa che prima e forse piú di qualunque altra percuote di maraviglia l’animo de’ giovani bene educati, all’entrare che fanno nel mondo, è la frivolezza delle occupazioni ordinarie, dei passatempi, dei discorsi, delle inclinazioni e degli spiriti delle persone: alla qual frivolezza eglino poi coll’uso a poco a poco si adattano, ma non senza pena e difficoltá, parendo loro da principio di aver a tornare un’altra volta fanciulli. E cosí è veramente; che il giovane di buona indole e buona disciplina, quando incomincia, come si dice, a vivere, dèe per forza rifarsi indietro, e rimbambire, per dir cosí, un poco; e si trova molto ingannato dalla credenza che aveva, di dovere allora in tutto diventar uomo, e deporre ogni avanzo di fanciullezza. Perché al contrario gli uomini in generalitá, per quanto procedano negli anni, sempre continuano a vivere in molta parte fanciullescamente.

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