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IX.
maggio 1901.
Corda fratres! Qual più bella associazione della vostra? Combattere per la verità per la giustizia per la pace; combattere uniti in un pensiero fraterno, in nome della scienza, tutti dall’uno all’altro estremo della terra, come una sola famiglia che difende la propria casa, la propria libertà, la propria vita!... Il mio pensiero si affisa all’orizzonte, e vorrebbe procedere e volare con voi, generazioni novelle.
Perchè rifuggire dalla politica e dalla religione? Inalzare la politica alle sfere della scienza, purificare la religione nei lavacri dell’Ideale, non è l’aspirazione di tutti i magnanimi? Qualunque siano le vostre credenze e le vostre opinioni, a me pare che potreste trovarvi concordi nel combattere tutto ciò che snatura la religione, la politica, la scienza. Il prete, il birro, il pedante: ecco la trinità che dovreste bandire dal tempio, dalla società, dalla scuola. Non vedete l’esempio che vi dà la giovine Russia? Potreste voi rimanere indifferenti allo spettacolo atroce che dànno i professori di Kiew trasformati in delatori, in accusatori, in gendarmi dei loro discepoli, dei propri figliuoli?
Voi parlate dei vostri diritti.... I vostri diritti son quelli di tutta l’umanità. Difendeteli nel campo della scuola come altri li difende in altri campi; ma non dimenticate di essere cittadini e lavoratori come tutti gli altri.
E fra i vostri diritti, vi prego, non annoverate i numeri unici, le passeggiate di beneficenza, le rappresentazioni di carità, il bruciamento delle innocue panche scolastiche, le bicchierate e le matricolinate in berretto storico!...
Sursum corda, miei cari. E che siate benedetti.