< Per lo spiritismo
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II. Distinzione tra i fatti medianici e la teoria spiritica
I III


Io ho un’abitudine da pedante, presa collo studio della logica, e frequente in coloro che hanno paura di camminare al buio; ed è quella di non voler discutere senza saper prima bene di cosa si tratta, cioè senza definire i termini della questione. Cerchiamo dunque prima cosa s’intende per fenomeni spiritici e qual’è la teoria spiritica; solo dopo potremo discutere se i fenomeni sono reali e se la teoria è probabile.

Chiamo fenomeni spiritici certi fenomeni che ci sembra di percepire (dico ci sembra per non escludere fin da principio la teoria dell’allucinazione) con vari sensi; col tatto (per es. quando ci sentiamo toccati), colla vista (per es. quando leggiamo scritti o vediamo apparizioni), coll’udito (per es. udendo voci o suoni di strumenti). Fin qui sono fenomeni come gli altri; ma si distinguono dagli altri per questi caratteri:

1° Il primo è questo, che sarebbero prodotti da cause occulte. E dicendo occulte voglio dire ignote finora, e non voglio dire inconoscibili. Anzi non voglio nemmeno dire che siano interamente ignote, che si ignorino tutte le condizioni di cui si compongono; una delle condizioni la conosciamo, ed è la presenza di certe persone che perciò si chiamano medii, e che sono di differenti specie e gradi secondo la qualità e l’intensità dei fenomeni che si ottengono in loro presenza. Ma diciamo che la causa del fenomeno spiritico è occulto, in quanto la sola presenza del medio non basta a spiegarlo, e quindi, secondo quel metodo induttivo che i logici inglesi chiamano metodo dei residui, bisogna cercare altre condizioni. E diciamo che la presenza del medio non basta a spiegare i fenomeni spiritici perchè questi si possono classificare così:

A) Cose che tutti possono fare quando vogliono, come il parlare e lo scrivere, - ma che il medio dice di fare senza saperlo e senza volerlo;

B) Cose che un uomo in istato normale può fare, ma non qualunque uomo, e tra gli uomini non può farle il medio; - per es. quando parla o scrive una lingua che non conosce, o scrive poesie, compone musica, disegna, senza aver imparato e senza poterlo fare quando vuole ;

C) Cose che nessuno in stato normale può fare, e fanno raramente organismi eccezionali, magnetizzatori o sonnamboli, ecc.; come certi fenomeni sensorj, specialmente visivi (visione nell’acqua o lecanomanzia, visione d’oggetti rinchiusi, vista a distanza, previsione del futuro, lettura del pensiero, ecc.); o fenomeni organici, come la resistenza a lunghi digiuni (del Succi, dei fakiri, ecc.), la insensibilità ed anzi l’invulnerabilità al fuoco (di Home, delle streghe, ecc.); o guarigioni senza rimedii, ecc.

D) O cose che nessuno in nessuno stato può fare; - accorciamento ed allungamento del corpo del medio, diminuzione del peso del corpo o sollevamento per aria (levitazione di Home), la trasfigurazione, ecc.

E) O cose che potremmo fare anche noi, ma che non vediamo chi le faccia; - come le azioni meccaniche, ma a distanza, picchiando colpi sulle pareti, suonando strumenti, trasportando mobili, lanciando utensili, aprendo porte.

F) Finalmente cose che riuniscono ambedue queste condizioni, cioè che nessuno può produrre nemmeno davvicino con nessun istrumento o macchina o cognizione di fisica e chimica, - come la scrittura diretta, gli apporti, la produzione dei globi luminosi e sopratutto i fantasmi tangibili.

2º Veniamo al secondo carattere dei fenomeni spiritici. Nemmeno questa parte della causa che si richiede oltre il medio, questo fattore occulto, sarebbe occulto del tutto. Infatti queste cause occulte sono esseri intelligenti. Dico esseri indeterminatamente, e non spiriti, per non escludere nè l’impostura del medio o dei compari, nè l’immaginazione o il fluido nervoso degli astanti, né Dio o il diavolo. E dico che sono intelligenti, perchè possiamo argomentarlo dalla natura degli effetti[1] perchè spesso i fenomeni si succedono in modo da mostrare che i primi erano fatti coll’intenzione di riuscire all’ultimo; e i fenomeni si producono e si ripetono spesso a richiesta, il che vuol dire che l’agente ha capito la domanda; e questi fenomeni sono spesso risposte con segni convenzionali o per iscritto e in qualche caso a voce, e risposte che hanno quasi sempre un senso, anche quando sono sciocchezze o bugie.

3° Con questo mezzo si sono appunto interrogate queste cause occulte sulla loro natura; e rispondono generalmente di essere anime di defunti, ed anzi di defunti di cui fanno il nome.

Riassumendo, i fenomeni spiritici sono fenomeni che ci sembra di percepire con varj sensi in presenza di certe persone, ma ci sembrano prodotti da esseri invisibili ed intelligenti, i quali dicono di essere le anime dei morti.

Dai fatti passiamo alle teorie. Le opinioni intorno a questi fatti si possono ridurre a tre classi: 1° Vien prima l’opinione di coloro, i quali non credono che questi fatti siano fatti, bensì imposture od allucinazioni nel senso ordinario della parola. E questi li chiameremo, quanto è alla nostra questione, scettici, sebbene in altre cose possano essere credenti, e ciecamente credenti. 2° Non tutti quelli che ammettono la realtà di questi fatti sono spiritisti; molti sostengono invece che i fenomeni così detti spiritici sono reali, ma non sono spiritici; che si possono spiegare colle sole forze o facoltà di uomini viventi, specialmente del medio; restando poi a determinarsi se si tratti di una forza organica o spirituale, individuale o collettiva, ecc. Quindi, a scanso di ambiguità, d’ora innanzi i fatti non li chiamerò spiritici, bensì, seguendo l’esempio dell’Aksàkow, medianici; e coloro che ammettono la realtà di questi fatti prodotti da una causa finora occulta, non li chiameremo tutti spiritisti, bensì, seguendo l’esempio del Kiesewetter, occultisti. 3° Nemmeno tutti coloro, i quali ammettono che questi fenomeni siano prodotti da spiriti senza corpo (o meglio senza carne), sono spiritisti; giacchè i teologi ortodossi e i teosofi, dei quali diremo a suo tempo, credono che nella massima parte dei casi questi fenomeni siano prodotti da spiriti non umani, bensì maligni ed inferiori: gli spiritisti sono una specie di questa classe, ma non sono tutta la classe. La teoria spiritica suppone non solo che i fatti siano reali (giacchè potrebbero ancora attribuirsi ad una forza organica), - non soltanto che sono spirituali (giacchè potrebbero attribuirsi allo spirito del medio o di altri uomini viventi), - non solo che sono causati da spiriti incorporei (giacché potrebbero ancora attribuirsi a spiriti non umani), - bensì precisamente che sono prodotti, mediante i medii, dalle anime dei defunti, collo scopo di avvertirci della loro esistenza e darcene delle prove. Suppone poi secondariamente che, se sono le anime dei defunti, noi possiamo, confrontando il complesso delle loro deposizioni, quali furono raccolte da Swedenborg, Jackson Davis, Allan Kardec, ed altri, giungere ad una cognizione almeno approssimativa del destino dell’anima umana. Dunque, in primo luogo, non bisogna confondere spiritisti con occultisti; nell’occultismo ci sono tante gradazioni quante ce ne possono essere, per esempio, nel partito liberale, che va dai progressisti ai democratici, ai socialisti, agli anarchici, ed ai nichilisti; e quanti nel partito opposto. In secondo luogo non bisogna confondere lo spiritismo colla necromanzia, che non era una dottrina, ma un’arte, anzi un’arte occulta, e propriamente l’arte di evocare i morti per sapere il futuro; nè d’altra parte collo spiritualismo, che è soltanto una dottrina, e che sul destino dell’anima ci dà soltanto delle congetture dedotte dal concetto che gli spiritualisti si son formati della natura dell’anima esaminando il pensiero dei viventi. Lo spiritismo, o, come lo chiamano gli inglesi, il nuovo spiritualismo, tiene di ambedue queste cose, in quanto è uno spiritualismo fondato sulla necromanzia, uno spiritualismo sperimentale, e quindi scientifico e positivista.


Note

  1. Allan Kardec lo dice così: «ogni effetto intelligente ha una causa intelligente». E dice cosa giusta, ma in modo infelice; perché, propriamente parlando, di effetti intelligenti non ce ne sono; e allora non si provano più le loro cause; o per effetti intelligenti si intendono appunto quelli che hanno una causa intelligente, e allora l’argomento del Kardec non è che un circolo vizioso. Ma s’intende ch’egli vuol dire; una causa che produce effetti eguali a quelli delle cause intelligenti, è essa pure intelligente.
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