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Ma la causa di questi fenomeni è cosa che si possa trovare? Qualcuno mi ha detto di no; ma qualcuno di quelli che non hanno cercato; e non si può saperla senza cercare. Egli è vero che mi hanno addotto questa ragione, che, se fosse possibile, a quest’ora si sarebbe trovata. Chi adduce questa bella ragione non considera che allora sarebbe inutile studiare, poichè non si potrebbe trovar più nulla; e che ciò che ieri si è trovato, non si sapeva ancora ieri l’altro. E invece, non solo non possiamo dire che non si può trovare; ma dobbiamo dire che si deve trovare. Perchè qui non si tratta di fenomeni che si debbano aspettare per osservarli; si tratta di fenomeni che si possono produrre per osservarli, di esperimenti. Coll’esperimento, dice Kant, non si aspetta che la natura parli per ascoltarla, ma la si interroga.
Quando si può sperimentare, la causa del fatto si deve trovare; perchè la causa di un fatto è il complesso delle sue condizioni, ossia di quelle circostanze antecedenti, ciascuna delle quali è necessaria perchè il fatto succeda, e che tutte insieme sono sufficienti perchè il fatto succeda per trovare la causa basta dunque trovare tutte quelle circostanze senza le quali non succede il fatto; e per ciò eliminar una alla volta tutte le circostanze osservate, e osservar quali sono quelle, soppresse le quali, il fatto non succede; e se si può sperimentare, si possono eliminare le circostanze.
Quindi, mentre le scienze d’osservazione sono obbligate a fermarsi alle ipotesi suggerite dai fatti naturali osservati, finchè si presenta spontaneamente lo stesso fatto in circostanze diverse, il quale confermi o smentisca l’ipotesi, e quindi non sono mai sicure di poter uscire dalle ipotesi, all’incontro le scienze sperimentali, potendo coll’esperimento variare le circostanze, possono verificare subito un’ipotesi dopo l’altra, fin che si trova la buona.